di
Carmelo Mobilia
# 39
LA CASA DE
LOCOS
Prima.
L’uomo in piedi dinnanzi a
lui era alto, sui due metri, e possedeva una forza straordinaria e sovrumana. Indossava
un completamente costume nero, con una maschera che aveva un grosso ragno
bianco cucito si sopra, ma nonostante l’aspetto inquietante il Conte Nefaria
non era minimamente intimorito da lui: nel corso della sua vita criminale aveva
visto cose più spaventose e affrontato avversari ben più potenti.
<Sono pronto ad
ascoltare ciò che hai da propormi.> gli disse.
L’uomo che rispondeva al
nome di Tarantula Nera parlò:
<Mi sono tenuto
informato sullo stato attuale della malavita newyorkese, seῆor Conde ... Fisk è caduto, suo figlio è scampato per
miracolo a un attentato alla sua torre ... era su tutti i notiziari* ... il Gufo non è durato, Martello si
dice stia trattando coi federali e quel tale, Hood è in gattabuia ... e proprio
adesso lei torna in città; yo pienso que
lei voglia sedersi sul trono vacante e appropriarsi del ruolo di Kingpin.>
<Supponiamo che tu
abbia ragione, cos’hai da offrirmi?>
<Col mio appoggio puoi
riuscirci. Insieme non ci fermerà nessuno. Io ti do il mio aiuto per
impossessarti della corona, in cambio di una percentuale dei profitti,
ovviamente.>
<Hai provato ad
espanderti in America, Tarantula, e ti è andata male ... sì, so del suo
tentativo di appropriarti del territorio a San Francisco** ... ho preso
informazioni sul tuo conto...> disse Nefaria, con un ghigno, mentre
sorseggiava il suo vino ... cosa ti fa credere che stavolta ti andrà
meglio?>
<Quella volta altri...
inconvenienti si misero di mezzo. Ma anche io ho preso informazioni sul tuo
conto, e so che sei muy interesado al nuevo mercado della droga ... OCM.>
A sentir parlare di quella
merce il viso del Conte mostrò un accenno d’interesse.
<Continua.>
<In America Latina
controllo la maggior parte del traffico e voglio espandermi anche qui da voi.
Io ti procuro la merce, tu mi aiuti a spacciarla su tutta la costa est ... e
vedrai que in poco tempo sarai tu l’hombre màs fuerte della criminalità
di New York. E dopo ci prenderemo anche l’ovest.>
<Si, la tua offerta è
allettante, lo ammetto... ma non compro mai nulla a scatola chiusa.>
<Ti manderò un carico
con la mia merce. Ti garantisco che la mia roba es mejor di quella che puoi trovare aqui.>
<Mandami un carico per
nave. Se il tuo prodotto è così buono come dici, hai un socio.> disse,
stringendogli la mano.
* vedi Occhio
di Falco # 23-25
** vedi i
primi 10 ep. de Il Ragno Rosso
Oggi.
Le cose non andarono come
previsto: mentre allestiva un nuovo laboratorio in Messico, Tarantula Nera fu
attaccato da Moon Knight, che poi distrusse anche il carico di droga che doveva
arrivare via nave. Una remunerativa trattativa d’affari mandata in fumo
dall’intrusione dell’ennesimo vigilante americano.
Tarantula Nera aveva
raggiunto il suo socio in America per spiegargli la situazione e negoziare una
nuova trattativa d’affari.
<Come potevo prevedere
la presenza di un superheròe
americano a Tijuana?> spiegò.
<Però l’hai affrontato
e te lo sei fatto sfuggire da sotto le mani. Nonostante tu sia più forte e il
doppio di lui.> osservò Nefaria.
Tarantula fece un segno di
stizza, pungolato dalle parole di Nefaria.
<L’ho sottovalutato, lo
ammetto. Ma non avrà la stessa suerte
otra vez!>
<Fatto sta che io sono
senza la merce che mi hai promesso. Non è un buon biglietto da visita per gli
affari.>
<Già, e tu che mi dici,
Nefaria? So che Moon Knight ha fatto saltare i tuoi affari in Florida. Yo pienso que l’abbia sottovalutato
anche tu.>
Stavolta fu il turno di
Nefaria di rimanere pungolato.
<Touchè ...> si limitò a rispondere.
<Lo vedi? Nel nostro
giro capita anche ai migliori. Non posso lasciare ese hijo de puta la faccia franca! Come hai detto tu, rovina la
reputazione negli affari ... e poi, quiero
vengarme. Uniamo le forze contro quel bastardo. Uccidiamolo. Abbiamo
entrambi in contro in sospeso con el.>
La forza di Tarantula Nera
poteva essere uno strumento molto utile per i suoi affari, pensò Nefaria, e
poteva sfruttarla per distruggere Moon Knight, che stava diventando una
fastidiosa spina nel fianco per i suoi affari.
<Abbiamo un nemico in
comune, dunque. Hai ragione, dobbiamo eliminarlo.> si strinsero un’altra
volta la mano <Siamo in affari allora.>
New York.
La vecchia fabbrica
metallurgica aveva cessato di funzionare da parecchio tempo, e da allora era
stata riciclata da alcune gang criminali in una raffineria di droga.
Nella sua guerra al OCM
Moon Knight era risalito fino a qui, e aveva deciso di smantellarla, come aveva
fatto con molte altre prima di questa, solo che stavolta ad attenderlo non
c’erano i soliti aspiranti Tony Montana armati di armi automatiche, il genere
di delinquenti, ormai, che Marc Spector affrontava senza batter ciglio, no:
questa particolare raffineria era gestita da Nightshade [1], una scienziata criminale che in passato aveva dato filo da
torcere a Capitan America e a Luke Cage.
Aveva sentito dire che era
emigrata in Gran Bretagna, * ma
evidentemente era ritornata.
<Non lasciate che si
avvicini! Finitelo!> aveva ordinato la criminale afroamericana, e i suoi
scagnozzi erano scattati all’unisono per obbedire all’ordine.
Tra questi però figurava
un’insolita presenza, quella di Ferocia, la letale donna lupo di K’Un L’un.
Artigli affinati come
rasoi gli danzavano davanti, mentre il Cavaliere lunare cercava di evitarli.
Ferocia aveva velocità,
forza e riflessi sovrumani.
Per sua fortuna, Moon
Knight aveva una certa esperienza coi lupi mannari, dato che uno dei suoi primi
avversari era stato nientemeno che Jack Russell alias Licantropus.
La donna lupo gli balzò
addosso atterrandolo a terra, mentre le sue zanne si avvicinavo al suo volto
mascherato; Moon Knight, piazzandole il suo bastone d’acciaio sul collo e con
entrambe le braccia, la teneva a distanza, impedendole di azzannarlo.
Riuscì ad allontanarla da
sè colpendola con un calcio al ventre.
Si rimise in piedi assumendo una posizione da combattimento. In entrambe
le mani impugnava i suoi bastoni.
<Grrrr ...> fece la donna, ed emettendo un ringhio che non aveva nulla
di umano gli si avventò nuovamente contro.
Moon Knight era un esperto
di Krav Maga e di lotta coi bastoni, parò il tentativo di artigliata e la colpì
duramente prima alla gamba, poi alla testa e ruotandole attorno, infierì sulla
schiena.
Un’esecuzione rapida ed
efficace, che avrebbe steso un avversario convenzionale.
Ma Ferocia era tutt’altro
che convenzionale.
Resa ancora più furiosa
per il dolore intensificò i suoi attacchi.
La scena si ripetè diverse
volte, anche se in un paio di occasioni Ferocia riuscì a inferirgli alcuni
colpi.
Moon Knight usò il suo fedele
rampino per allontanarsi da lei, poi afferrò due bolas dalla cintura e
facendole roteare, ne lanciò una alle caviglie della donna, l’altra al tronco.
Entrambe andarono a segno
e Ferocia si trovò immobilizzata e le fu impedito di muoversi.
Ringhia e sbraitava come
un cane idrofobo.
Moon Knight era tentato di
colpirla con il suo manganello, ma nonostante la spaventosa e terrificante
aggressività di quella licantropa assassina, qualcosa in lei gli ispirava pena:
l’ultima volta che l’aveva vista, durante la faccenda dei Templari**, fu
condizionata e resa uno strumento di morte. Era riuscita a ribellarsi e i due
avevano persino collaborato insieme ... da allora era sparita, e pare che fosse
tornata alle vecchie, brutte abitudini.
Per questo motivo ebbe pietà
e anziché infierire le iniettò un potente narcotico, e in breve anche la
brutale Ferocia fu knock out.
Mentre riprendeva fiato,
si accorse che Nightshade se l’era data a gambe.
Trascinò i superstiti
fuori dall’edificio e poi diede fuoco al laboratorio: almeno questa fabbrica di
veleno non avrebbe più prodotto nulla.
Mentre le fiamme
divoravano l’edificio comunicò col Mooncopter.
<Qui ho finito Nigel.
Vienimi a prendere.>
<<Sono già qui Marc.>> rispose l’inglese, e in pochi istanti calò la scaletta
dall’elicottero.
Moon Knight vi si aggrappò
e insieme si allontanarono dal luogo del conflitto, giusto in tempo per vedere
il camion dei pompieri e le auto della polizia avvicinarsi.
*vedi La Tomba di Dracula
** nella run
“mostri scatenati” di questa serie
***
<E’ andata bene,
no?> chiese Nigel, una volta tornati a villa Spector.
< Direi di si. Anche se
avrei voluto interrogare Nightshade... è un peccato che sia riuscita a
scappare. Ma non potevo prevedere la presenza di Ferocia.>
<La pupa lupo? Dio, se
è davvero pericolosa come sembra, è un miracolo che tu ne sia uscito quasi
illeso...>
<Non è il mio primo
giro di Valzer con un licantropo.> osservò Marc <Sono preparato a questo
genere d’incontri; il mio costume è stato rinforzato proprio per resistere a quel
tipo di attacco, ma non è certo piacevole farsi colpire da essi.>
Dicendo così a Marc tornò
in mentre i suoi incontri con Jack Russell, e la memoria andò ancora una volta
al vecchio Frenchie.
Nigel si era rivelato un
acquisto assai azzeccato, i due ormai lavoravano talmente bene che quasi pareva
ad entrambi di conoscersi da sempre ... e di nuovo, Marc ebbe quella sensazione
sgradevole di tradire il ricordo di Frenchie.
<C’est la vie Marc, qualcuno non ce la fa e altri si. Bisogna andare
avanti. Non devi rimanere ancorato ai ricordi, mon ami ... non ti fa bene.> gli sembrò di udire la voce di
Frenchie dirgli così.
<Lo so amico mio, ma
non è giusto ...>
<Eh? Hai detto
qualcosa? Non t’ho sentito...> disse Nigel.
<No nulla ... parlavo
da solo.> disse, allontanandosi dall’hangar.
Si tolse il costume e andò
sotto la doccia.
Sotto lo scoscio di acqua
calda Marc si mise a ripensare al passato, a quando quella villa era piena di abitanti
... Samuels, Nedda, Marlene e appunto Frenchie.
Non voleva ammettere a se
stesso che aveva arruolato Nigel non solo per un efficiente aiuto in missione,
ma perché si sentiva solo, maledettamente solo, adesso che loro non c’erano
più.
Tutti lo avevano lasciato,
sia i vecchi che i nuovi amici, e la solitudine, temeva, lo avrebbe ricondotto
alla paranoia e alla follia.
No, aveva fatto tanto per
recuperare il suo equilibrio mentale e non avrebbe vanificato gli sforzi
compiuti. Ma il suo amico gli mancava.
Forse era dovuto al fatto che aveva conosciuto Frenchie quand’era ancora solo
un mercenario, prima di Moon Knight e di quella folle vita, ma qualunque fosse
il motivo, non riusciva a rassegnarsi alla sua morte, e la cosa lo torturava.
Altrove.
“La vendetta è un piatto che va servito freddo” disse una volta
qualcuno.
Il conte Luchino Nefaria
credeva fermamente in questo vecchio proverbio, e con fredda anzi glaciale
pazienza stava pianificando la sua vendetta verso Moon Knight.
Ormai era una sfida aperta
a distanza fra i due.
Nefaria aveva capito come
il vigilante mascherato avesse preso di mira le sue operazioni, e il suo piano
di espansione e controllo del traffico del OCM, con il quale avrebbe rafforzato
notevolmente la propria posizione nella mala newyorkese, non avrebbe mai potuto
funzionare finchè non avesse eliminato la variabile impazzita rappresentata da
Moon Knight.
Già due volte questo
supereroe aveva mandato a monte i suoi piani. La sua eliminazione pertanto
doveva essere di primaria importanza.
Aveva studiato a fondo il
dossier dell’FBI che era riuscito a procurarsi, ma questi era scarno e privo di
una qualsivoglia informazione utile. Era più una cronologia dei suoi arresti.
<Non capisco perché ti
ostini a leggere e rileggere quei fogli. Lì non c’è niente che possa aiutarci a
eliminarlo. Io dico di dargli la caccia e schiacciarlo! Matarlo como un perro!> disse Tarantula Nera, picchiandosi il
pugno sul palmo della mano.
<Se quello che so su di
te è vero Tarantula, allora senz’altro avrai familiarità con Sun Tzu e l’arte
della guerra ...> rispose Nefaria.
<Es asì... è così. Cosa vorresti insinuare?>
< "Il più grande condottiero è colui che vince senza combattere" è uno dei passaggi che
preferisco, come pure "Conosci il nemico,
conosci te stesso, mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie". E noi cosa sappiamo noi del
nostro avversario? Praticamente nulla. Lo facciamo contro ogni nostro nemico...
tentiamo di distruggerlo con la nostra potenza maggiore, ma molto spesso
falliamo. Io stesso possedevo come te dei superpoteri, un tempo* e ne ero inebriato. Ma questi mi
rendo conto che annebbiavano il mio raziocinio e il mio modo di approcciarmi al
nemico. Dobbiamo saperne di più e colpirlo dov’è più vulnerabile, senza
necessariamente occorrere alla forza bruta.>
<Ma
non è asì facil trovare informazioni
su quei bastardi mascherati. Non c’è una “wikipedia” che possiamo consultare su
di essi.> disse Tarantula.
<Hai
ragione, ed è per questo che dobbiamo consultarci con chi lo conosce meglio,
con chi lo ha combattuto più volte rispetto a noi, mettere insieme le
informazioni ed elaborare un piano d’azione che sia efficace.>
<Che
cosa suggerisci di fare?>
<Leggevo
questa lista, e tra i suoi avversari ricorrenti c’è un nome in particolare che
si ripete spesso: Spector. Randall Spector. Lui è uno di quelli che lo ha
combattuto più volte.>
<Eres un loco. E’ rinchiuso dentro el manicomio Ravencroft.>
<Esatto.
Significa che sappiamo dove trovarlo.> fece osservare Nefaria, facendo un
diabolico sorriso.
<Dovrai
aiutarmi a procurarmi un appuntamento con questo mister Spector.>
Il
piano cominciava ad avere un senso pure per Tarantula Nera, e sotto la sua
maschera pure lui fece un ghigno.
* = Nefaria possedeva dei poteri ionici tipo Wonder Man, ma Fabio Volino lo
ha privato di essi su Vendicatori MiT.
Villa Spector.
Intanto, Moon Knight
proseguiva con le sue indagini.
< Questa nuova scoperta
apre nuovi scenari...> disse Marc, con un tono preoccupato.
<Ah si? E quali
sarebbero?> domandò Nigel.
<Ho fatto analizzare un
campione della droga che abbiamo sequestrato a Nightshade la scorsa notte.
Immagino che volesse finanziare le sue ricerche scientifiche con i ricavati dello
spaccio di droga, ma ho notato che non aveva nessun campione mutante lì.>
<Arriva al punto....>
<La sigla OCM sta per
Ormone di Crescita Mutante come sai, perché derivata dal materiale genetico dei
mutanti... ma pare anche che si possa ricavare da qualunque altro metaumano.
Nightshade usava il DNA di Ferocia per produrla, e so per certo che Ferocia non
è una mutante.>
<Quindi stai dicendo
che da qualunque criminale metaumano che non sia mutante si potrebbe ricavare
del OCM?>
<Se uno ha le
conoscenze giuste direi di si.>
<Merda. Se è così vuol
dire che produrre quella schifezza sarà più facile.>
<Temo di si. Non so che
tipo di effetti provoca, e quali differenze possa avere rispetto alla droga
originale, ma è così.>
<Gli effetti potrebbero
avere una durata inferiore...>
<E’ una
possibilità.>
<Dobbiamo saperne di
più, in merito. Preparo il Mooncopter.>
<Ottimo. Prima però c’è
un cosa che da fare ... mi prenderesti il pacco che c’è di là?>
<Solo perché faccio
“Higgins” di cognome non significa che voglia farti da maggiordomo sai?>
scherzò Nigel, poi tornò con il pacco.
<Ecco a te “padrone”.
Cosa c’è dentro, se posso chiedertelo?>
<Una cosa che ho
richiesto ad un orefice.> rispose Marc, scartandolo.
Poi andò verso la statua
di Khonshu che aveva portato con sè dall’Egitto tanto tempo fa.
Accanto c’era qualcosa
coperto da un telone.
Marc lo tolse e celò cosa
c’era di sotto: dentro una teca c’era un manichino che indossava un uniforme da
pilota. Non una qualsiasi però: era la divisa di Frenchie, come testimoniava la
targhetta sul giubbotto da aviatore.
C’era tutto, anche il suo
caratteristico berretto.
<Oh!> disse Nigel,
osservando e capendone in significato.
Marc aprì la teca e
posizionò il contenuto del pacchetto: era una targa in oro.
<E’ un bel gesto, Marc.
Davvero. Sono certo che il tuo amico lo avrebbe apprezzato molto.> gli fece
notare Nigel.
<Non ricordo dove l’ho
visto fare ... non ricordo, davvero [2]
... ma penso che sia il miglior tributo che si possa fare ad un amico
scomparso. Frenchie è stato fondamentale per la mia carriera di Moon Knight, e
non voglio dimenticarmi di lui. Così sarà come se fosse sempre con me.>
disse, osservando il prezioso cimelio.
La targa che gli aveva
applicato riportava:
Jean Paul “Frenchie”
Duchamp, pilota impareggiabile e amico senza eguali.
Alcuni giorni dopo. Manicomio
Ravencroft.
Pioveva,
quella sera, quando l’ambulanza si fermò passò la cancellata in ferro
dell’istituto Ravencroft. I portantini scortarono il nuovo paziente che era
legato ad una barella con delle cinghie in cuoio.
<Chi
abbiamo qui stasera?> disse il medico di turno
<Questo
è uno nuovo doc. L’hanno beccato da poco.>
<Come
si chiama?>
<Non
si sa. E’ senza nome, il classico John Doe. E’ un ispanico di quasi due
metri.>
<Che
ha combinato?> chiese il dottore, mettendosi gli occhiali da lettura e
sbirciando sulla scheda del paziente. Il portantino gli anticipò la cosa.
<E’
entrato in una casa d’appuntamenti clandestina e ha massacrato tutti quelli che
c’erano dentro, incluse le ragazze. Gli sbirri sono arrivati e l’hanno trovato
in ginocchio, coperto di sangue, a pregare in spagnolo. Parla solo quella
lingua, a proposito, e chi lo ha interrogato dice che blaterava qualcosa a
proposito di essere un angelo mandato qui a fermare i peccati.>
<Mi
ha sempre fatto specie quelli che sono religiosi ma uccidono la gente. Sembra
che dimentichino il quinto comandamento ...> disse il secondo portantino
<Già,
ti credo che poi li mandino qui.>
<Scortatelo
al piano. Informo la dottoressa Kafka intanto...>
Salirono
sul montacarichi, all’improvviso il paziente spezzò le cinghie come se queste
fossero di carta.
<EHI!
Ma come...> il primo infermiere venne ucciso con un colpo a mano aperta al
petto, che gli sfondò lo sterno.
Il
secondo venne strangolato in pochi secondi.
Il
dottore cadde a terra terrorizzato e tremante.
<Randall Spector. Donde Eres?> chiese.
<S-S-Stanza
241 …> disse con la voce spezzata dalla paura.
Tarantula
Nera, che aveva recitato per giorni la parte dello svitato fuori di testa,
poteva finalmente comportarsi come più gli si addiceva.
Un
altro paio di inservienti vennero brutalmente assassinati, mentre lui si
avvicinava sempre più alla stanza che gli interessava. Non appena fu di fronte
alla 241 abbattè la porta blindata con un calcio.
<El seῆor Spector, corecto?>
<E
tu chi sei?> chiese l’altro, quasi con un tono di sfida.
<L’Hombre que ti farà uscire da aqui.> Tarantula gli strappò la
camicia di forza in pochi secondi.
<Rapido. Avranno avvertito la policia, gli S.W.A.T. saranno qui a
momenti.>
<Allora
diamogli qualcos’altro da fare ... ma mi servirà uno di quei badge.> disse
Randall.
Si
chinò su uno degli inservienti e si accorse che era mal messo ma vivo.
<Rudy.
Speravo di avere l’occasione di salutarti prima di andare ... te lo avevo
promesso dopotutto, ricordi?>
<N-NO
... NOOO!> urlò l’altro, in preda all’orrore.
Randall
gli spezzò il collo, senza neppure fare fatica. Poi lo perquisì e gli prese il
badge che portava con se. Con questi aprì la porta che portava in un ufficio
dove c’era il pannello principale che controllava le chiusure elettroniche
delle celle. Aprì la centralina e
strappò via i cavi, provocando delle scintille e un blackout.
Le
celle si aprirono e tutti i pericolosi detenuti rinchiusi dentro uscirono.
<Forza
ragazzi... siete liberi. LIBERI! Questo giro lo offro io ... AH AH
AH AH AH AH AH AH AH!> e
si lasciò andare in una profonda risata liberatoria.
<Todo loco ....> disse LaMuerto,
fissandolo.
Residenza del conte Nefaria.
<Ecco
aqui el nuestro amigo Randall
Spector. Spero sia valsa la pena prendersi tutto il disturbo che ci siamo presi
por rilasciarlo. Ho passato diversi giorni a recitare la parte del loco por esto.>
disse
Tarantula Nera, scortando Randall al tavolo, imbastito per la cena, dove il
conte lo stava aspettando.
<Benvenuto,
sig. Spector. Sono il conte Nefaria e sono lieto che abbia accettato il mio
invito.>
<”Invito”
... spiritoso. E a cosa devo l’onore?> chiese Randall prendendo posto a
tavola.
<E’
presto detto... prima però devo avvisarla che se intendesse usare quel coltello
per qualcosa di diverso che tagliare il filetto che le farò portare, il mio
socio, il signor LaMuerto, le spezzerà entrambi gli arti. Ha già avuto modo di
conoscerlo, perciò sa che non scherzo.>
<Glielo
lo ripeto: che cosa vuole?>
<Abbiamo
un nemico comune, sig. Spector. Un uomo che lei ha avuto modo di combattere in
più occasioni...> disse il conte, facendo scivolare dal suo lato del tavolo
una foto che ritraeva Moon Knight.
<Voglio
che lei ci fornisca qualsiasi informazione utile che possa portare alla sua
definitiva eliminazione.>
Randall
scoppiò in una risata di gusto, poi allungò la mano afferrando la bottiglia del
vino.
<Allora
signor conte direi che è veramente il caso di festeggiare ...> osservò,
riempiendosi il bicchiere <perché io sono l’uomo perfetto per questo compito.
Posso fornirvi tutte le informazioni che volete su Moon Knight... tutto
quanto!> disse ridacchiando < Chi è, da dove viene... perfino il numero
di scarpe o quale sia il suo piatto preferito. So tutto quello che serve! Ma ve
lo rivelerò solo a una condizione...>
<Quale
sarebbe?>
<Voglio
essere IO quello che gli strapperà il cuore dalla gabbia toracica! Voglio
prendere parte del gioco, altrimenti non se ne fa nulla.>
<Se
ne può parlare, a patto che le rivelazioni che ci fornirà su di lui siano
davvero così preziose come afferma...>
<Oh
ma è così, deve credermi. Nessuno ne sa sul suo conto più di me... d’altronde,
è del mio fratello maggiore che stiamo parlando.> disse Randall, con
un’espressione maligna.
CONTINUA!
Le Note
E con il ritorno in scena di Randall
Spector, il fratello pazzo del nostro eroe, si chiude questo episodio. Due parole su di lui:
Randall era anch’esso un Marine e poi un agente della
CIA come il fratello, ma mentre si trovavano in missione in Italia, si scoprì
che si era venduto ai nemici.
Per questo motivo
uccise la fidanzata di Marc di allora, l’infermiera Lisa, che lo avevo
scoperto.
Ci fu l’inevitabile scontro con Marc, che sul momento
pareva averlo ucciso, ma in realtà non fu così. Randall rimase “solo” ferito ma
la sua mente subì un trauma e perse la ragione.
Da quel momento la sua mente sprofondò sempre più
nella follia, diventando un serial killer chiamato Hatcett Man e venendo
fermato proprio da suo fratello, nel frattempo divenuto il giustiziere Moon
Knight.
Rinchiuso nel manicomio criminale Ravencroft, come
avete visto è evaso per unirsi alla crociata di Nefaria contro suo fratello, e
la sua presenza non può portare che grossi guai per Moon Knight.
[1] Nightshade aka la dott.ssa Tilda
Johnson è comparsa per la prima volta su Captain America n. 164 dell’agosto 1973.
Ha combattuto contro Power Man e Iron Fist nei num. 51 – 53 dell’omonima serie.
E’ famosa per aver aiutato Superia nel tentativo di sterilizzare al Terra
tramutando tutti i maschi in femmine e per aver contribuito ad aver trasformato
Capitan America nell’ormai celeberrimo Cap-Lupo.
Ferocia invece è apparsa per la prima
volta su Marvel Premiere # 15 del
maggio 1974, creata da Kurt Busiek, Ernie Chan e Mike Mignola. E’ una donna-lupo
originaria di K’un L’un ed era un avversaria abituale di Iron Fist. Ha spesso
aiutato la dottoressa Nightshade.
[2] Ma noi si, non è vero? Batman
fece la stessa cosa con l’uniforme di Jason Todd, il secondo Robin, quando fu
ucciso.
Il titolo dell’episodio me lo ha
ispirato la traduzione della parola manicomio in spagnolo, che ricorda tanto “la casa de papel”, in italiano “la casa
di carta”, il telefilm di successo trasmesso da Netflix.